martedì 29 agosto 2017

Nadie Venturini / La mia storia d’amore con Roberto Saviano

Roberto Saviano

La mia storia d’amore con Roberto Saviano

Questo è il racconto di una storia d’amore. Della mia storia d’amore con Roberto Saviano.
Sì, forse “storia d’amore” è un termine eccessivo. Ma è l’unico che rende l’idea.
Perché di amore si tratta.
Si è sempre trattato di amore.
Si parte dal suo di amore, quello per la terra in cui è nato, quello per la verità.
Un amore così grande da decidere di andare incontro ad una vita sempre in fuga, una vita che fa diventare una scorta la tua famiglia, una vita senza la possibilità di rimanere a respirare l’aria in cui si è nati, una vita che non ti fa nemmeno andare a bere una birra con gli amici senza essere controllato a distanza.
Per andare incontro a tutto questo e molto altro, devi essere spinto davvero da tanto amore.
Fin da piccola, chissà perché, gli eventi legati a mafiacamorra e ‘ndrangheta mi hanno sempre incuriosita, eventi così assurdi da non sembrare veri, eventi che hanno alla base una cattiveria e un’ignoranza da far venire i brividi, eventi che analizzavo, che volevo capire, che mi sembrava impossibile fossero reali.
Quando è uscito “Gomorra”, mi sono precipitata in libreria: quelle storie, raccontate da un mio coetaneo – un ragazzo come me, che invece che seguire quegli eventi in tv, li viveva – dovevo leggerle immediatamente.
Da lì, film, altri libri, apparizioni tv e l’incredibile serie.
Roberto Saviano diventa adulto e io con lui.
Le sue parole, il modo di raccontare, magia, sempre amore.
E arriviamo ai giorni nostri, a “La Paranza dei bambini”.
Un libro che ho divorato.
Un libro che racconta i bambini che crescono per le vie di Napoli avendo come mito i grandi boss della camorra, scegliendo la strada della malavita e dei soldi facili, perché lavorare onestamente per uno stipendio da fame, secondo loro è da stupidi.
I “mini-boss” che avanzano sono al centro di questo splendido romanzo che consiglio a tutti di leggere.
Sono cose che succedono tutti i giorni. E non solo a Napoli. Sono i figli dei nostri vicini di casa, di nostro fratello, i nostri figli.
Sono bambini da salvare.
Lavorando in una redazione radiofonica, ho avuto la possibilità di organizzare un’intervista telefonica con Saviano e la casa editrice mi ha invitato alla presentazione del libro a Milano.
Erano dieci anni che aspettavo di incontrare Roberto. Dieci anni.
Dieci anni che mi dico, se incontrassi Roberto starei ore a parlare di tutto, perché sono troppe le cose che vorrei chiedergli.
E invece nelle storie d’amore, al primo appuntamento, finisce sempre così, emozione, imbarazzo, silenzio.
Non ho detto una parola, mi tremavano le gambe.
Perché cari haters, voi che non sopportate il successo altrui perché vorreste fosse il vostro, voi che davvero pensate che per soldi si possa decidere di vivere una vita così, voi che pensate che nemmeno viva così, quegli occhi pieni di verità e passione, li dovreste vedere da vicino.
In bocca al lupo per questo libro Robbè.


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