martedì 9 giugno 2015

Raymond Carver / Un altro misterio

Raymond Carver
Raymond Carver

UN ALTRO MISTERO

Quella volta che andai con mio padre in tintoria...
Che ne sapevo allora della Morte? Papà viene fuori con
un vestito nero ricoperto di plastica. Lo appende sopra il sedile posteriore
della vecchia coupé e dice: “Questo è il vestito con cui tuo nonno
lascerà questo mondo”. Ma che cavolo
stava dicendo?, mi chiedevo.
Toccai la plastica, il bavero liscio di quella giacca
che stava per partire insieme a mio nonno. A quei tempi era
solo un altro mistero.

Poi ci fu un lungo intervallo, un periodo in cui parenti morivano
da una parte e dall’altra, a destra e a manca. Poi fu la volta di mio padre.
Sono rimasto seduto a osservarlo mentre si levava dal suo stesso fumo.
Non ce l’aveva un vestito. Perciò lo agghindarono orribilmente
con una giacca sportiva da due soldi e una cravatta
per l’occasione. Gli cucirono le labbra
in un sorriso come se volesse rassicurarci, Non vi preoccupate, non è
poi così brutto come sembra. Ma noi lo sapevamo bene. Era morto,
no? Cosa gli poteva capitare di peggio? (Anche le palpebre
gli avevano cucito, così non avrebbe dovuto assistere
a quell’orribile spettacolo). Gli toccai
la mano. Fredda. La guancia dove qualche setola di barba
era spuntata lungo la mascella. Fredda.

Oggi ho ripescato questi ingombranti ricordi dal fondo.
Solo un’ora fa o poco più quando ho ritirato il mio, di vestito,
dalla tintoria e l’ho appeso con cura sopra il sedile posteriore.
L’ho portato a casa, ho aperto la portiera della macchina e
l’ho tirato fuori al sole. Sono rimasto un attimo lì
per strada, con le dita strette sulla stampella di ferro. Poi
ho fatto un buco nella plastica da una parte all’altra. Ho preso una
delle maniche vuote tra le dita e l’ho tenuta un po’...
quella stoffa ruvida e palpabile.
Sono arrivato a toccare l’altra parte.

Raymond Carver, "Il nuovo sentiero per la cascata", Minimum Fax, 2001.






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